Riassumendo, noi dobbiamo essere i creativi della terra.
Come si collega tutto questo all'articolo apparso qualche giorno fa su Repubblica che parlava del nuovo trend americano che sostiene che si dovrebbero ridurre i ritmi di lavoro perché in questo modo si è più produttivi (dai un'occhiata al sito www.theenergyproject.com)? Lo stacanovismo da 14 ore al giorno non sarebbe più di moda ad Harward dove sostengono che i manager dovrebbero passare dall'analogico al digitale, nel senso che pensare ai proprio collaboratori e ad un'orario di lavoro è assolutamente retrò.
Questo ha senso nella misura in cui la nostra economia si orienta alla creatività. La creatività non è un qualcosa che si può programmare dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 rigorosamente davanti alla scrivania dell'ufficio. Puoi essere creativo lavorando da Sturbucks, contemplando un paesaggio o ovviamente facendo un bran storming con i collaboratori. La proiezione per il futuro è che lavoro e hobby saranno la stessa cosa in quanto la creatività presuppone passione e quindi non ci sarà più differenza tra uno e l'altro.
Tutto molto bello, peccato che ad oggi i ruoli a cui è chiesta creatività nelle nostre aziende sono molto pochi e che comunque ci sarà sempre un percentuale importante di dipendenti che per le mansioni che svolgono saranno esclusi da tutto questo.
Io sono sempre favorevole alla politica dei piccoli passi, il target oggi potrebbe essere quello di dedicare delle ore o delle giornate a far bene quella pianificazione che alla fine non vien mai fatta o vien fatta poco e male e che si provi a dare una ciclicità a queste occasioni di incontro e riflessione, senza dover rinviare da un anno all'altro.
Questi potrebbero essere i piccoli cambiamenti che cambiano il mondo.
Buon lavoro/relax a tutti.
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